venerdì 1 gennaio 2021

RACCONTO: PERFECT

 l silenzio all’interno dell’abitacolo era troppo pesante.

La tensione era alle stelle, ancora una volta l’aveva fatta arrabbiare. Ancora una volta l’aveva delusa.
Ancora una volta aveva dimostrato di non essere degno di lei.

Lo stringeva con tutte le sue forze quel volante tanto da temere di ritrovarselo prima o poi in mano.
Con la coda dell’occhio stava cercando il suo volto e, ogni volta che i suoi occhi si posavano su di lei, lo trovava abbassato, triste e serio. Avrebbe giurato che, all’angolo del suo occhio sinistro, fosse addirittura comparsa una lacrima.
Perchè deve sempre andare a finire così perché?

La fila davanti a lui era così interminabile, come la cenere che si era accumulata sulla sigaretta, ormai dimenticata da chissà quanto tempo tra le sue labbra.

Una po’ di quella grigia polvere si staccò per cadere in mezzo alle gambe.
Non se ne accorse nemmeno. I pantaloni riuscivano benissimo a mascherare il calore che quel cumulo ancora emanava e probabilmente, anche se fosse caduto sulla sua nuda pelle, sarebbe passato inosservato.
La corazza di difesa che si era infilato, da quando era diventato orfano, era diventata forte e sembrava invalicabile.

Doveva fare qualcosa! Non avrebbe retto un altro secondo di quel maledetto silenzio.
Esso aveva lo stesso effetto di un urlo gridato a due centimetri dalle sue orecchie. Faceva talmente male che riusciva addirittura ad amare quel fastidioso rumore provocato dalle pastiglie consumate dei freni.

Allungò la mano verso l’autoradio, invece di toccare la manopola, si ritrovò tra le dita quelle di lei. Il gesto lo fece irrigidire e innervosire di più. Istintivamente strinse la presa talmente forte che perse quel significato che inconsciamente voleva dare.

“Mi fai male smettila!”

L’umore di Kaori peggiorò ancora di più. Perché continuava a sbagliare con lei perché?

Avrebbe voluto chiederle scusa e nella mente aveva anche formulato questo pensiero.
Quella frase rimase inespressa. Quella corazza non gli permetteva di trasmettere nemmeno quel sentimento. Il primo che una mamma insegna al proprio figlio. Il più semplice tra tutti. A lui però nessuno glielo aveva spiegato.
Negli anni si era convinto che fosse addirittura un segno di arresa. Non se lo poteva permettere non doveva assolutamente farlo, se avesse abbassato la guardia sarebbe morto!

Si affrettò a ritirare la mano appoggiandola grondante di sudore sul cambio.

Lei invece rimase sulla manopola e la girò.

Una musica dolce e malinconia spezzò quell’imbarazzante silenzio. Il cantante la sapeva interpretare bene quella canzone adattissima al loro stato d’animo.

Ogni suo verso sembrava arrivare dritto al pomo d’Adamo. Quanto la sentiva presente quella protuberanza, addirittura sembrava ingrossarsi tanto da togliergli il respiro. Un sasso grande come una mela ecco cosa si sentiva in gola in quel momento.

I found a love for me
Darling, just dive right in, follow my lead
Well, I found a girl, beautiful and sweet
Oh, I never knew you were the someone waiting for me

“Oh, non ho mai saputo che tu fossi quel qualcuno che mi stava aspettando”
Eh già chi l’avrebbe mai detto che ci fosse qualcuno anche per me…

“Perchè eravamo solo bambini quando ci innamorammo
Non sapendo cosa fosse”
Faccio fatica a capirlo e ho quasi paura di scoprirlo

Finalmente la colonna stava iniziando a muoversi. Lo sweeper pigiò lievemente il pedale sull'acceleratore.

…. your heart is all I own
And in your eyes you're holding mine

“E nei tuoi occhi stringi i miei”

Li sentiva eccomi quegli occhi posarsi su di lui. Kaori riusciva a trasmettere i suoi sentimenti più intimi in quel momento, forse perché si sentiva protetta dal fatto che lui fosse concentrato alla guida.

Well I found a woman, stronger than anyone I know

“Bene ho trovato una donna, più forte di chiunque io conosca”

Ti ho conosciuta che eri ancora una ragazzina e mi sembravi così fragile mia piccola Sugar Boy. Negli anni ti ho visto trasformarti e diventare la donna che sei ora, pronta a morire per me. Quanto coraggio, quanta forza.

Un brivido freddo gli corse lungo la schiena si sentiva un vigliacco. Lui che, nemmeno nei pensieri più intimi e nascosti del suo cuore, non riusciva ad ammettere che si era profondamente innamorato, aveva a fianco una donna che, nonostante tutto, gli restava accanto.

We are still kids, but we're so in love

“Siamo ancora bambini, ma siamo così innamorati”
Si siamo ancora bambini o almeno io mi sento così! Questa canzone sembra essere scritta per noi

Finalmente era uscito dall’imbottigliamento del traffico. Cambiò la marcia. Era stato troppo tempo in prima. Ora era il tempo di inserire la seconda e successivamente la terza. Nemmeno il tempo di mezza strofa ed era già in quarta.

Fighting against all odds
I know we'll be alright this time

La sua corsa di dovette però presto arrestare e velocemente scalò le marce davanti a lui un semaforo rosso.

Darling, just hold my hand

“Tesoro, basta che stringi la mia mano”

Probabilmente anche Kaori stava provando le stesse emozioni. “hand” e la sua mano cercò quella di lui.
Aveva appena scalato la prima rendendosi conto che, rispetto all’inizio, la situazione era capovolta e lui non poteva più scappare.
La sentiva quella mano così delicata e calda e piena di amore per lui. Forse era effetto della musica, ma in quel momento avrebbe voluto rimanere così per sempre. Si sentiva protetto anche se la paura era ancora molto evidente. Stava tremando. Lei sicuramente se ne era accorta. Lo sentiva quel calore farsi sempre più forte invadere il suo corpo.

L’amore che Kaori emanava era sempre lo stesso. Erano i sentimenti e le difese di lui che stavano piano piano vacillando.

I see my future in your eyes
“Vedo il mio futuro nei tuoi occhi”

A quelle parole si voltarono e, per la prima volta, si guardarono negli occhi. Si lessero dentro fino ad arrivare alle proprie anime. Rimasero così, dimenticandosi di tutto, perfino di essere davanti ad un semaforo verde.

Un clacson

I don't deserve this, darling, you look perfect tonight
“Non mi merito questo, tesoro, sei perfetta questa sera”

Si sorrisero complici. Si erano resi conto che non era di certo un clacson a fermare la magia che si era creata tra di loro. Ormai erano sotto casa Ryo parcheggiò proprio quando Ed Sheeran stava cantando la sua ultima strofa

Baby, I'm dancing in the dark, with you between my arms
Barefoot on the grass, listening to our favorite song
I have faith in what I see
Now I know I have met an angel in person
And she looks perfect
I don't deserve this
You look perfect tonight

Il silenzio ritornò tra di loro, ma le emozioni che entrambi provano erano totalmente diverse. Si guardarono nuovamente negli occhi con in testa le parole e la musica di quella canzone.

No non era ancora il momento per baciarsi, se ne resero conto entrambi. Quel momento doveva essere perfetto. Entrambi lo volevano più di ogni altra cosa. Si sorrisero di nuovo complici. E scesero dall’auto. Nemmeno un freddo e buio garage era il luogo adatto.

Durante il tragitto che li condusse all’appartamento, si cercarono con gli sguardi e con le mani.

Dall’appartamento avvertirono una melodia familiare. Lui si girò verso di lei con lo sguardo divertito Non avrai di nuovo lasciato acceso la radio prima di uscire vero? Lo pensò solamente, ma la frase era chiara e diretta ricevette un sorriso complice.

Entrarono in casa chiudendo dietro di loro la porta

But darling, just kiss me slow, your heart is all I own
And in your eyes you're holding mine

Eccolo era questo il momento perfetto.

lunedì 20 luglio 2020

RACCONTO BREVE UNO STRANO GIORNO


Il giorno dopo il proprio compleanno credo sia il giorno della consapevolezza in cui ti rendi conto di essere cresciuta e cambiata. Uno si aspetta di guardarsi allo specchio e vedersi forse un po’ invecchiata e con qualche kilo in più dell’anno precedente, ci si osserva mentre mentalmente si ripercorre l’anno trascorso tra successi ed insuccessi. A 40 anni e un giorno non mi sarei MAI aspettata questo.

Sono le 9:00, mi ci sono volute 2 ore e 2 svenimenti per realizzare che lo specchio rifletteva la mia immagine. Avete presente un animale che litiga con la sua immagine allo specchio perché crede di avere davanti un rivale? Bhe io non ci ho litigato, ma me ne sono innamorata e detto da me vuol dire tanto. Di fronte a me avevo un bellissimo uomo palestrato.

Erano le 7.05 avevo un grosso mal di testa ed ero di pessimo umore; E’ lunedì mattina, ho una relazione da consegnare e fuori pure piove. Mi sono alzata e l’ho visto, lui mi fissava esattamente come io fissavo lui con aria interrogativa da “ma chi è questa?”. D’ accordo che la sera precedente con gli amici, per dimenticare il passaggio agli anta, ho bevuto più del dovuto e non ricordo esattamente come sono andata a letto, ma porca vacca! a quanto pare ho passato la notte con questo bell’imbusto. Probabilmente era sbronzo anche lui, ancora non capisco perché indossa il mio pigiama . Sono senza parole!!!
Alle 7:06 ho realizzato che dove c’era il bel imbusto generalmente tengo uno specchio e guardando i contorni di esso ho scoperto che dietro al bell’imbusto c’era il mio letto... che era anche dietro me, è stato in quell’istante che mi sono resa conto che lo specchio non era stato spostato. Due secondi dopo ero a terra svenuta.

7:45 o almeno credo, da terra e con gli occhi offuscati l’ora riflessa allo specchio non è chiara. Ho un ricordo vago di un uomo nella mia stanza sento la bocca sanguinante, avvicino la mano per capire l’entità del taglio, ma prima di raggiungere le labbra le dita passano attraverso dei soffici peli che man mano si avvicinano alla bocca si irruvidiscono. Le dita non sono arrivate alle labbra perché sono svenuta di nuovo.

Vengo svegliata dal suono del cellulare sono le 8:20 è l’ufficio, sono in ritardo di 20 minuti cavolo. Rispondo ma non riconosco la mia voce e nemmeno Claudia la centralinista che riattacca scusandosi per aver sbagliato numero. Sono allibita non ci credo! Mi accarezzo la barba “ma quel bell’imbusto sono proprio io???”; il coraggio però di riguardarmi allo specchio ancora non lo trovo. Richiamo l’ufficio, una scusa per non andare al lavoro la devo trovare. Tengo il tono più basso possibile e quasi sussurro che non sto bene e che oggi non sarei stata in grado di andare in ufficio, avrei comunque mandato un’ email con la relazione. Luca, il mio capo, ci scherza pure “ma che hai stamattina senti che bel vocione che hai”.

Cinque minuti fa ho finalmente trovato il coraggio di riguardarmi allo specchio. 40 anni, un giorno e ...maschio!!! Deve essere sicuramente un sogno. Punto l’occhio sul comodino, guardo le pillole che da 20 anni prendo ogni giorno sperando in questo miracolo, il dottore me lo disse “funzioneranno solo quando sarai sicura del passo che vuoi fare altrimenti saranno come acqua”. Ormai avevo perso la fiducia a questa cura ormonale sperimentale, e proprio ieri mattina mi ero detta questa sarà l’ultima!

Da un giorno all’altro! Non ci credo! Mentre lo dico non riesco staccare lo sguardo dalla mia immagine riflessa tutto il mio corpo è completamente cambiato. Mi spoglio i vestiti sono troppo stretti e le mutandine mi danno fastidio, di certo non sono adatte al nuovo attributo che mi ritrovo tra le gambe. Eccomi qui nuda come mamma mi ha fatto, bhe ecco non proprio come mamma mi ha fatto. Mi osservo mi avvicino allo specchio, sebbene la mia mente ha realizzato che a muoverlo sono io, ancora non riesce ad accettare che quella figura è il mio nuovo aspetto e come due ore fa la mia mente mi gioca un brutto scherzo, ne sono attratta. Forse da ora in poi devo imparare a pensare al maschile quindi riformulo il mio pensiero “ne sono attratto”. Ed è buffo perché quella figura maschile è il primo uomo che mi fa eccitare e lo dimostra proprio lui; Sorrido guardandomi verso il basso. Chiudo gli occhi per assaporare questa nuova esperienza. Una figura femminile appare davanti ai miei occhi. E’ lei Marina, la donna che amo segretamente da oltre 20 anni e che per lei ho fatto tutto questo. Era la mia migliore amica. Ero completamene sbronza quando ho deciso di dichiararmi e baciarla, ricevetti uno schiaffo e un ti odio, da allora non mi volle più parlare.
Sono tenace non mi arrendo, voglio giocarmi il tutto per tutto! Non l’ho mai dimenticata.

Apro il mio computer e invio l’ultima mia lettera a nome Valeria con in allegato la relazione che la ditta aspettava. Mangio qualcosa perché ormai è ora di pranzo e il mio stomaco brontola di brutto, mi sorprendo a divorare un etto di pasta ed avere ancora fame. Puzzo come non mai, nemmeno 2 ore di palestra mi avrebbero ridotto così, mi faccio una doccia pensando a che cavolo posso mettermi, mi insapono e respingo ogni mia tentazione di prendere il depilatore e togliermi tutti i peli dalle gambe, dalle ascelle, dalle braccia. Prego pure ogni santo di non essere quel genere di uomini che ha i peli sulla schiena mi odierei ma oggi non ho proprio voglia di scoprirlo.

Marina è abitudinaria alle 17.00 dopo il lavoro va al bar di Roberto, che non se l’è mai filata, per uno spritz. Ma prima delle 17.00 devo andarmi a comprare qualcosa di certo non mi posso presentare a lei così, mi dico davanti allo specchio provando una t-shirt bianca che di solito uso come camicia da notte, ma che oggi mi sta quasi aderente, e una paio di pantaloni della tuta che mi arrivano alle caviglie. Mi metto un paio di scarpe da ginnastica e vado a prendere la macchina; oh no cavolo! E se mi fermano di certo la patente a nome di Valeria non la posso esibire. Questa cosa complica la situazione ma ce la faccio alle 17.00 sono davanti al Bar e come era prevedibile, seduta al solito tavolo, c’è Marina bella come me la ricordavo.
Mi avvicino al bancone e le passo davanti. Lei mi nota subito, eccola che mi punta il sedere. E allora ci provo chiedo al barista di portarle uno spritz.

Alle 21 siamo sotto casa sua, e il mio corpo non pensa ad altro, la vorrebbe subito sua. Cerco in tutti i modi di capire come far tenere calmo il mio nuovo amichetto che non vede l’ora di mettersi in prima linea. Non ci riesco e credo che Marina se ne sia accorta “ti va di salire per un caffè” mi chiede. Per la prima volta mi sorprende, le devo aver fatto proprio colpo. “al primo appuntamento mai” mi diceva sempre, e al dire di amici in comune, sembra essersi comportata sempre così.
Non passa un’ ora che mi ritrovo nudo a letto con lei e con un corpo che non conosco, e di certo non mi riferisco a quello di Marina. Sono imbarazzata come donna, eccitato come un maschio e soprattutto sono confusa o.. confuso . “è la tua prima volta non è vero?” mi chiede Marina sorridendomi, probabilmente pensando come sia possibile. Mi bacia, arrossisco e mi lascio guidare alla mia prima volta da maschio.
E’ mezzanotte passata quando i miei occhi si chiudono con lei tra le mie braccia addormentata. Dopo più di 20 anni sembra tutto un sogno… ti prego fa che non lo sia ti prego ti prego!


venerdì 10 luglio 2020

RACCONTO : UNA VACANZA PARTICOLARE

<<Che buio! Che freddo! Ho paura...dove sono? Sono chiuso in questa scatola da tanti giorni ormai, perchè mi hanno messo qui dentro? Stavo così bene insieme ai miei fratelli!>>
Era la notte che molti bambini aspettavano, una signora vestita di stracci stava volando per i cieli del mondo con un sacco in spalla nel quale si trovavano caramelle per tutti i bambini buoni e, in fondo al sacco,un mucchio di carbone per chi si comporta male.
Andrea, un bambolotto grande quasi un bambino vero di qualche mese, era appena stato consegnato a destinazione. Dopo ore ed ore di viaggio e dondolii che avrebbe preferito non avere, finalmente trovò pace anche se il buio e il freddo che sentiva erano rimasti. Chissà dov'era finito! Con questi dubbi si addormentò per qualche ora .
Delle voci familiari lo ridestarono, speranzoso riaprì gli occhi azzurri convinto di trovarsi nello scaffale insieme ai suoi fratelli circondato dagli elfi che da millenni ormai lavoravano nella Fabbrica più famosa del mondo e conosciuta da tutti i bambini. Ma niente intorno a lui ancora buio.
<<Mamma, nonna svegliatevi la Befana è passata>> due vocine emozionate si avvicinarono ad Andrea <<possiamo aprire mamma possiamo?>>, nemmeno il tempo di un <<si>> che il bambolotto tutto rosa, compreso vestito e cuffietta , finalmente rivide la luce e due occhioni marroni luccicare di emozione osservarlo dritto negli occhi azzurri <<era proprio quello che volevo>> disse la bambina prendendolo in braccio e portandolo a se per scaldarlo e cullarlo.
Fu amore a prima vista <<Mamma...>> mormorò Andrea sussurrando per paura di farsi sentire. Era proprio bella la sua mamma anche con la vestaglia blu e con capelli marroni arruffati per la notte agitata. Un sorriso tenero apparve tra le guance arrossate per il febbrone e il viso punteggiato da tanti puntini rossi <<Ti voglio bene>> fu il primo di tanti Ti voglio bene che la bambina disse ad Andrea!
Andrea, la bambina e il bambino passarono ancora molti giorni a letto perchè avevano il morbillo, la loro vacanza in montagna quell'anno fu particolare, niente sciate tra la neve fresca o discese con il loro bob. Solo tanta tristezza e invidia quando sentivano le risate dei loro amici scendere a valle. La vacanza però aveva portato Andrea e questo ricordo rimarrà sempre un caro per quella bambina allora decenne ed ora quarantiquenne.

venerdì 3 luglio 2020

RACCONTO BREVE: PER UNA NOTTE ....


PER UNA NOTTE ....

Le cene da Paolo e Francesca sono sempre un evento. I loro sorrisi e la loro complicità mi coinvolgono e mi fanno sempre sentire a casa. Lei sempre allegra e sorridente, ti accoglie in casa con il suo caloroso abbraccio. E quanta fantasia ha nel preparare gustosi risotti e profumatissimi arrosti.
Le conversazioni di Paolo sono sempre molto coinvolgenti, affascinanti e spesso divertenti. Viaggiando spesso per lavoro ha molti anedotti da raccontare del luogo che lo ha ospitato per mesi. Al suo ritorno Francesca, che conosce molto bene il nostro rapporto di amicizia, è solita accoglierlo con una cena a tre.

La nostra amicizia dura da vent'anni da quando io e Paolo andavamo alle elementari. Francesca la rossa, così la chiamavamo per il colore dei suoi capelli sbarazzini e ribelli, la conoscemmo alle superiori ed entrambi ci innamorammo dei suoi occhi azzurri e del suo carattere solare, entrambi la corteggiammo con gli occhi, ma Francesca vedeva solo gli occhi scuri di Paolo. Si accorse di me solo mesi dopo quando Paolo me la presentò. Erano mano nella mano e si guardavano con una tenerezza che perdurò e maturò con il passare degli anni.
Stasera è una di quelle tante sere, stasera rivedrò Paolo. Prima di citofonare punto l'occhio alla sua macchina, le sue valigie sono ancora lì; un brivido freddo mi scorre lungo la schiena sebbene siamo a fine giugno. Il dolce profumo del roseto del loro giardino non riesce a nascondere e coprire l'odore di bruciato provenire dal retro della loro villetta, gli aromi dolci e salati delle squisite cenette che era solita preparare Francesca sono solo un lontano ricordo. Sono segnali che dovrebbero lanciarmi un campanello d'allarme, ma io suono lo stesso . Paolo mi viene incontro per accogliermi, ma i suoi occhi sono pieni di rabbia e delusione, mentre mi saluta con tono freddo e stanco intravedo Francesca in bagno con la porta socchiusa. Si sta sciacquando il viso. Non ho nemmeno il coraggio di aprire bocca se non per dire "ben tornato Paolo" mi affretto ad andare in cucina per mettere in fresca la bottiglia di vino bianco. L'arrosto mezzo bruciato e mezzo tagliato è ancora nel tagliere. Il risotto alle zucchine e gamberetti è ancora sul fuoco, aggiungo un po' d'acqua prima che si attacchi. Francesca con il viso impallidito e gli occhi arrossati dal pianto entra in quel momento. Mi guarda e in un secondo capisco tutto.
Vorrei tanto andarmene ma non posso, non ho nemmeno il coraggio di chiederle come sta, e forse non ne ho nemmeno il tempo visto che Paolo entra in cucina invitandoci ad accomodarci. Io e Paolo siamo seduti uno di fronte all'altro. Per tutta la cena, se quella si può chiamare cena, non proferiamo parola. Ogni boccone del risotto senza sale e scotto, è un mattone mille pensieri girano per la mia testa. Quel risotto devo finirlo a costo di stare male tutta la notte. Paolo e Francesca invece non toccano cibo. Mentre serve l'arrosto Francesca trema e ha la pelle d'oca, cerca di nascondere il pianto, ma il dolore è troppo forte. L' arrosto bruciato e freddo e il colpo di grazia per il mio stomaco, ma non è certo il cibo la mia preoccupazione. Non li ho mai visti così e di sicuro loro non hanno mai visto me così. Francesca è troppo imbarazzata per accorgersene, Paolo invece probabilmente ora sa quante lentiggini ho in viso, non mi ha tolto lo sguardo per un attimo.
Siamo al caffè, quando Paolo interrompe il silenzio "tra tutti proprio lui" le dice guardandola negli occhi con tono pieno di rabbia e amarezza. Gli occhi azzurri di lei si riempiono di lacrime. Poi torna a guardarmi ma io non riesco a sostenere quello sguardo pieno di tristezza e delusione e abbasso gli occhi. "Sul mio letto come avete potuto", lo sento alzarsi prendere le chiavi e uscire sbattendo la porta. Solo allora, con il volto rigato di lacrime ho il coraggio di guardare Francesca ancora con il volto abbassato che gira in modo meccanico il cucchiaio nel caffè ormai freddo. Mi alzo per andare a consolarla ma lei mi ferma con una mano senza alzare lo sguardo "ti prego vai a casa".
E' bastata solo una notte, un "errore" forse il più bello ed emozionante della mia vita ma pur sempre un errore, per rovinare la nostra splendida amicizia e un felicissimo matrimonio. 

giovedì 28 luglio 2016

E ... a volte si ritorna ... :p

Caspiterina ragazzi ma da quanto manco da questo Blog?

Siamo fermi al 2011 quando il mio primogenito aveva poco più di 3 mesi?????

E nel ferattempo in questi 6 anni cosa è cambiato nella mia o meglio nelle nostre vite?? Direi tanto forse troppo da raccontare in un unico post :p

Partiamo dalle ultime novità...aspetto un'altro bimbo... ma non come penserete voi del secondo bimbo ma del terzo... eh si ve l'avevo detto in 6 anni di cose ne sono cambiate (in realtà due cosa al momento è rimasta, fortunatamente invariata il lavoro... e il matrimonio ehehe:p) .

Nel 2013 ho dato alla luce la mia seconda genita una bella femminuccia...(ma di lei ve ne parlerò in un altro post se lo merita :p)

E come un fulmine a ciel sereno a maggio un test positivo ha rivoluzionato tutti i miei piani ehehe... ormai pensavo di essere uscita dal tunnel di "mamma 24 ore su 24" pensavo dai piano piano iniziano a essere autonomi... vado al parco giochi e i siedo sulla panchina, posso pensare e valutare una vacanza solo io e i bambini senza coinvolgere mia madre, posso iniziare ad uscire con loro da sola senza la paura che scappino da qualche parte. Posso tornare a casa e rilassarmi sul divano una mezzoretta mentre loro giocano da SOLI senza sforzarmi di inventarmi i giochi per loro...

E invece no ahaha da fine gennaio (caspita si un altro gennarino) arriverà un'altra bambina sono alla 15° settimana e sto aspettando di sentire la sua presenza, ve lo confesso non vedo l'ora.


sabato 3 dicembre 2011

PRESENTAZIONE

Ciao a tutti,
pensavo di averci messo di più e invece sono riuscita ad archiviare tutti i miei post precedenti che avrei perso perchè il blog precedente sta chiudendo :(
Breve presentazione per chi non mi conosce. "Bello" in questi ultimi anni la mia vita è stata così frenetica (nel giro di 4 anni, sono diventata indipendente, mi sono sposata  e ho avuto un bambino) e mi ha cambiato talmente tanto che... improvvisamente mi sono resa conto che faccio fatica a descrivermi. Certo mi sento ancora l'animo bambino, quel bambino che si stupisce per le cose semplice ride e piange senza falsi scopi o fini :)
Ho un bimbo di quasi 2 anni che adoro il mio piccolo furbetto a ottobre ha iniziato ad andare all'asilo e qui la sua trasformazione in positivo... 
Sono un po' preoccupata perchè il cuccioletto ancora nn parla o meglio dice "mamma" e "baba" e alcune cose incomprensive ...ne abbiamo parlato anche con la "psicologa" dell'asilo che ha rilevato che G. sembra abbia un "trauma" perchè rimane sulla difensiva...
in questi giorni mi sento un po' pessimista perchè G. non solo non parla, ha iniziato a camminare 2 mesi fa (da solo intendo), sembra non essere interessato al confronto con l'esterno (non indica gli oggetti e questo mi preoccupa molto) ok ok ok ora basta che sto ricominciando con la mia paranoia "forse è autistico":) 
Dall'altra sono qui con i sensi di colpa perchè purtroppo so di non averlo stimolato come avrei dovuto in questi giorni praticamente l'ho abituato a giocare da solo (sin da quando aveva 4 mesi ho ripreso il lavoro...) gli orari di lavoro torno a casa, alle 18,30 tutti i giorni, non mi permettono tanti momenti insieme insomma è difficile e penso che il suo comportamento sia dovuto anche a questo... troppo abituato ad "arrangiarsi" che non sente l'esigenza della compagnia di altri? o... è solo per timidezza e introversità?
Ciao a tutti ^_^

il tempo vola e ormai Gabriele ha 3 mesi (il 5 aprile) inserisco un bel video che ho intitolato "il futuro ciclicsta" per l'orgoglio di suo papà e di suo zio (mio cognato) che hanno la passione della bici:D

Lo amo è un angioletto pensate che stanotte ha dormito dalle 22 alle 7,30 tutta una tirata nella sua culletta e nella sua cameretta (che ormai è stata "occupata" da 2 mesi) al compimento del 1 mese quando da una settimana aveva iniziato a dormire 6 ore spostato in culla sulla cameretta:D

Sono un po' preoccupata per il fattore "crescita" sebbene in lunghezza è un "gigante" dopo un mese da 50 cm è arrivato a 52 cm al secondo mese ha fatto il boom arrivando a 56 cm. Per il peso insomma sebbene mi crescesse bene mangiando a settimana quasi 180 gr durante il 1 mese ora tra il 2° e il  3° è un mezzo "disastro" minimo 100 gr (è arrivato anche ai 90 T_T) max 140 gr.

Preoccupata che fosse per colpa del mio latte ho iniziato a fargli l'aggiunta o meglio fa una poppata con l'artificiale, il mio in effetti inizia a produrre meno ma ancora riesco a popparlo io a parte quella poppata ma più di 180 gr non riesco a dargli così è sempre pronta l'aggiunta in caso di necessità... sto "sprecando" un sacco di latte artificiale ma pazienza lo sto bevendo io sperando che non mi faccia male (sono intollerante al lattosio ma credo che non ce ne sia molto sinceramente)

per il resto che dire è un grande ha il suo caratterino ma è un tesoro^_^ il 14 aprile ho la prima vaccinazione e vi confesso che ho un po' di paura per la reazione T__T soffro a vederlo star male e per fortuna è raro:D

ecco il video ^^...uffa nooooooo è troppo grande ok vi metto alcune foto^^